Sergio io te dobbiamo parlare
Dieci minuti, anche se vorrei fosse più di un’ora.
Ma un’ora intera non te la posso chiedere, una volta finito il concerto a teatro; lo so che dai tutto.
E tutto, ti assicuro, arriva. Strette al cuore, nostalgia, occhi chiusi. Sono rimaste in poche le note che sanno prendere la mia pelle e tirarla su. Poche note che sole solette vanno a passeggio con le parole giuste. Le frasi che sai cogliere, le fasi che hai accompagnato, i viaggi in auto a cento all’ora e tu con i tuoi accenti.
Sergio io e te dobbiamo parlare per quella strana e meravigliosa sensazione di conoscersi da sempre. Quel sentirsi simili nel sentire e fragili nel capire. Probabilmente poi non diremo niente con la nostra timidezza di mezzo. E magari canteremo Niente, che non la suoni mai ai concerti. Ma perché?!
La prima volta fu una sorpresa totale. Non la tua bravura, non la tranquillità di Fabrizio Bosso di andare a prendere note impossibili. Fu la tua timidezza e il modo in cui l’hai accettata e metabolizzata fino a trasformarla in simpatia. Perché a me fai anche ridere tantissimo.
Imparerò a suonare il piano, me lo sono promesso. Con la chitarra me la cavo ma vuoi mettere io che canto Per Ricordarmi di Te in un locale fumoso, buio, con un occhio di bue che mi guarda?
Ma secondo te perché i miei coetanei appena ascoltano due note più lente, una frase più profonda e magari dolorosa, etichettano tutto con un “due palle”?! Perché non si ha più voglia di guardarsi dentro, di fermarsi al mare senza far niente, di starsene da soli sotto le stelle a contarle, di Bruno Martino, Joe Barbieri, Sergio Endrigo, Lucio Dalla. Perché?
Probabile che resterai qui a Foggia anche dopo il concerto. Ti aspetto tra il caffè l’Alternativa e il FuoriSquadro. Ho praticamente la residenza lì. Sono a due passi due dal Teatro. Se passi non sarò uno degli invasati che ti ferma per un selfie. Che poi cosa me ne faccio. Io ti fermo per una birra, una grappa. Un qualcosa.
Sergio io e te dobbiamo parlare del perché l’amore è rosso come il mare, se il mare è blu e di come ti è venuto di scrivere “ho messo le parole ad asciugare al sole. Come se il vento potesse portarle da te”. Genio.
p.s.: biglietti presi su BookingShow