L’anno dello scomfort
Ognuno di noi ha il potere di cambiare. Non sono un supereroe, anzi. Non ho nessuna A rossa sulla maglietta ma ho capito perché esistono ancora le cabine telefoniche. Poche, ma esistono. Perché come Clark Kent c’è bisogno di cambiare abito. Sarà l’anno dello scomfort. Lo scelgo senza paura ma con i brividi giusti. Sono un fanatico della pelle d’oca che troppe volte ha represso questa mania. Ogni tanto mi tornava con la canzone giusta, con le parole belle scritte da qualcuno più bravo di me. Mettitelo in testa: se vuoi che le cose cambino devi prima cambiare tu. Niente di più, niente di meno. Niente di più difficile.
Sarà l’anno in cui uscirò dal recinto più spesso, dalle sicurezze che non ti fanno tremare ma che appiattiscono con la forza della tranquillità. Intendiamoci. Non mi è venuta l’ondata alla Jim Morrison del prendi tutto quello che ti capita e vivi ogni giorno come se dovessi morire domani. Se proprio devo scegliere una quote di Morrison scelgo Be always like the sea, than breaking up against cliffs it finds always the force to try again.
È quando vai in scomfort che cresci. Come quando nell’ufficio stampa Fornarina mi lanciarono senza paracadute a gestire chiamate con New York, a scrivere comunicati stampa sulla moda che non sapevo neanche da dove cominciare, come piegare 1000 t-shirt in 3 minuti per inviarle a qualche trasmissione tv per un placement. Esistono esperienze che sembrano non darti niente. Le vivi male, ti ripeti tutti i santi giorni ma che sto facendo? Però continui a testa bassa e non lo sai neanche tu dove ti porteranno. Stai solo crescendo; stai mettendo un passo dopo l’altro verso la tua consapevolezza. Quello che servirebbe a tutti noi. Ascolto e consapevolezza di se stessi.
Non sarà un anno stile #CarrieroItalia, il mio amico Cristiano viaggia in lungo e in largo, ubiquo. Sarà un anno #PiemonteseFuoriPorta (segnati l’hashtag) più slow ma in movimento. Il senso è che non mi posso fermare, non posso prendermi più questo lusso. Conoscere persone che mi arricchiscano e mi migliorino nel lavoro, che scrivano meglio di me, che conoscano tutte le note che non ricordo. Il mondo cospira a tuo favore quando hai chiaro dove andare.
E io voglio andare in scomfort. Voglio sentire la paura, il cuore che batte più forte. Che poi il cuore è tondo lo sai? Torna come un cerchio.