dalla prima lettera di Comunicale ai Sannella

Fratelli (Sannella) il dramma estivo si è compiuto, e il galluccio, benché non mi piaccia neanche, mi è andato di traverso. E penso anche a voi. Partiamo dalla premessa doverosa per molti tifosi rossoneri che leggeranno. Prima che partiate con “occasionale”, “solo per la maglia” e compagnia bella. Sono Alessandro, tifo Foggia da sempre, vado allo stadio da sempre (30 anni bastano?), amo questa squadra, e la mia città, profondamente. Sono un fervente zemaniano e ho amato profondamente il gioco e la personalità di Roberto De Zerbi.

Non voglio entrare nel merito della vicenda perché la verità starà sicuramente nel mezzo. Nel mezzo di tutte le voci di corridoio, le bestemmie da bar dello sport, i commenti facebook un tanto al chilo. Voglio parlare di come si amministra e si porta avanti un’azienda.

Non faccio parte della schiera di riconoscenti rossoneri. Non sono riconoscente a prescindere solo perché avete acquistato delle quote della mia squadra del cuore. Avete acquisito la proprietà di un’azienda e sicuramente, lo spero per voi, vi sarete fatti due conti.

Scrivo questo post perché non condivido la vostra visione aziendale. La frase che state ripetendo a chiunque è: “Noi mettiamo i soldi, noi decidiamo. È così che portiamo avanti le altre nostre aziende”.

Scrivo questo post per dirvi che non è mai tardi per cambiare idea. Vi svelo un piccolo grande segreto. Le aziende sono fatte dalle persone e senza di loro non si va da nessuna parte. Le aziende sono fatte dalle persone e senza il loro entusiasmo non si cresce. Un’azienda che non sa coinvolgere i propri collaboratori nel sogno e nella sua visione non crescerà mai. Un altro piccolo grande segreto? Per avere rispetto, fiducia ed entusiasmo dai propri collaboratori non è necessario solo pagare loro lo stipendio con puntualità. Il denaro non è la certezza. La vera chiave è l’entusiasmo e il saper trasmettere a tutti una visione. Come? Coinvolgendo i propri collaboratori nelle decisioni, facendoli sentire parte della squadra. Incentivandoli con complimenti, abbracci, sorrisi, chiedendo loro “come va?”. Andando oltre gli isterismi. Guardando avanti.

Lo so, lo so, per accettare una nuova filosofia c’è bisogno di un gran bel bagno di umiltà. E non è da tutti. Sicuramente resterete dell’idea di non aver sbagliato un’acca. Noi diamo gli stipendi e tutti devono stare tranquilli. E mi dispiace non è così che funziona. Le vostre aziende potranno pure continuare a crescere ma senza un vero cambiamento non ci sarà mai quello switch fondamentale per costruire qualcosa di unico.

Questo post non cambierà il modo di comportarsi tipico della gran parte degli imprenditori italiani. E non cambierà neanche voi ma sono così. Ve lo dovevo dire sennò mi rimaneva qua. Sono strano, non amo i risultati, amo le storie, non mi ostino a vincere a tutti i costi, amo uscire dallo stadio giocando bene anche se ho perso. Sono uno zemaniano l’ho detto, gente di altri tempi.